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La vendita cannabis light a scopo alimentare

Paese che vai, usanza che trovi.

Ormai avendo una finestra aperta sul mondo H24, sappiamo benissimo che popolazioni diverse hanno tradizioni culinarie differenti.

Sangue e latte, frittelle di sangue, Bruchi Mopane, Zuppa di pipistrello, Occhi di Tonno, Ragni fritti certamente sono nell’hit parade delle cose che non mangeremmo mai.

C’è però, una pianta che accomuna differenti culture e che oggi sta trovando il suo giusto spazio anche in cucina in molte parti del mondo.

Siamo parlando della canapa.

La vendita cannabis light a scopo alimentare, tuttavia, è ancora un tema molto controverso.

Facciamo un po’ di chiarezza?

Novel Food e la vendita della cannabis light per preparare alimenti

Li chiamano “Novel Food”, cibi nuovi.

Sono così definiti tutti quei prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo “significativo”.

Esempi di Novel Food sono le nuove fonti di vitamina K come il menachinone, gli estratti di alimenti esistenti come olio di krill antartico ricco di fosfolipidi di Euphausia superba, i prodotti agricoli provenienti da Paesi terzi come i semi di chia, il succo di frutta noni o gli alimenti derivati da nuovi processi produttivi, ad esempio alimenti trattati con raggi UV come latte, pane, funghi e lievito.

L’11 dicembre del 2015, la commissione Europea ha pubblicato il "REGOLAMENTO (UE) 2015/2283 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 novembre 2015 relativo ai nuovi alimenti e che modifica il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga il regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1852/2001 della Commissione”, istituendo di fatto l’Elenco dell’Unione dei nuovi alimenti autorizzati.

È proprio in questo catalogo, in perenne aggiornamento, che sono iscritti tutti gli alimenti consentiti e qualsiasi nuovo cibo, per circolare liberamente in Europa, deve essere prima approvato subendo non pochi controlli.

La Cannabis, Alimenti e Europa

Com’è facile immaginare, la vendita di cannabis a scopo alimentare ha origini antiche.

È per questo che, se si ricerca nell’elenco la parola cannabis, alla voce “Cannabis sativa L.” si legge che

Nell'Unione Europea, la coltivazione di varietà di Cannabis sativa L. è consentita a condizione che siano registrate nel "Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole" dell'UE e che il contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) non superi lo 0,2% (p/p).

Alcuni prodotti derivati dalla pianta o dalle parti della pianta di Cannabis sativa, come i semi, l'olio di semi, la farina di semi di canapa, i semi di canapa sgrassati, hanno una storia di consumo nell'UE e quindi non sono nuovi.

Altre legislazioni nazionali specifiche possono limitare l'immissione sul mercato di questo prodotto come alimento o ingrediente alimentare in alcuni Stati membri. Pertanto, si raccomanda di verificare con le autorità nazionali competenti.

Quindi la voce c’è ma non tutti sanno che, l’ultima modifica apportata all’Elenco dell’Unione dei nuovi alimenti autorizzati per la Cannabis sativa risale a gennaio 2019, 4 anni dopo quindi la sua istituzione, e riguarda la classificare gli estratti di canapa industriale contenenti cannabinoidi proprio come nuovi alimenti.

La cannabis nuovo healty food?

Lo scopo primario del regolamento Europeo sui nuovi alimenti è quello di garantire un elevato livello di protezione della sicurezza alimentare.

Una richiesta di approvazione come Novel Food richiede studi tossicologici approfonditi per confermare la sicurezza del prodotto.

Nel caso degli estratti di canapa industriale, l'attenzione è rivolta in particolare ai cannabinoidi come CBD e THC.

L'organo di rappresentanza dell'industria europea della canapa a Bruxelles è l'EIHA (European Industrial Hemp Association).

Unico consorzio nel settore della canapa industriale in Europa, si è fatto carico di rappresentare gli interessi comuni dei coltivatori e dei produttori di canapa industriale.

Fondato nel 2000 in Germania, l’European Industrial Hemp Association oggi ha raccolto per presentare alla Commissione europea una richiesta congiunta di approvazione come Novel Food per un quartetto di diverse formulazioni di prodotti a base di CBD (Isolate, Gold, Regular e Raw), ben 4 milioni di Euro.

Gli studi tossicologici sono già in corso e l'approvazione per gli isolati di CBD è prevista entro un anno e per i prodotti a spettro completo entro due.

La vendita della cannabis e gli alimenti in Europa, cosa c’è da sapere

La classificazione di un alimento come nuovo alimento spesso parte da un solo Stato membro dell'UE, che poi convince altri membri dell'UE e la Commissione UE a classificarlo come nuovo alimento.

Si tratta di un mercato molto complesso che va monitorato costantemente.

In Germania, per esempio, le foglie di canapa come prodotti da tè sono classificate come nuovo alimento da alcune autorità.

La Corte Amministrativa Suprema della Polonia ha annullato un tribunale di grado inferiore che si era schierato con il capo dell'Ispettorato Sanitario del Paese, secondo il quale, i prodotti di canapa non trasformati sono nuovi.

L'Irlanda, da parte sua, classifica gli oli di canapa spremuti a freddo come non innovativi, sebbene contengano cannabinoidi.

Ad oggi, il gruppo di esperti scientifici dell'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha ricevuto 19 richieste di autorizzazione per il CBD come nuovo alimento e, certamente, molte altre sono in arrivo tant’è che, il presidente del gruppo di esperti NDA (Il gruppo di esperti scientifici sulla nutrizione, i nuovi alimenti e gli allergeni alimentari), Prof. Dominique Turck, ha dichiarato:

Abbiamo identificato diversi pericoli legati all'assunzione di CBD e abbiamo stabilito che le numerose lacune di dati su questi effetti sulla salute devono essere colmate prima che queste valutazioni possano andare avanti. È importante sottolineare a questo punto che non abbiamo concluso che il CBD non sia sicuro come alimento.

Qualcosa, quindi si muove, ma come abbiamo detto le politiche sulla cannabis sono diverse da Stato a Stato.

La vendita della cannabis e gli alimenti in Italia

In generale sappiamo che anche in Italia circolano alimenti a base di cannabis.

Non è difficile imbattersi sia nei supermercati sia nei negozi specializzati in pasta, farina, semi di Canapa, Olio di Canapa, Sughi e pesti alla Canapa persino pane e suoi derivati alla Canapa e dolci e barrette alla Canapa già preparati.

Ma com’è possibile visto che il controllo dell’EFSA è ancora in corso?

Com’è possibile che oggi circolino anche birre a base di cannabis di notissime marche ad esempio?

La risposta è proprio nel catalogo europeo e in particolare nella frase “il contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) non superi lo 0,2%” e, dunque, si tratta di cannabis light.

In realtà, in Italia, l’uso di semi, oli di canapa e loro derivati, è consentito dal 2009,  visto che, almeno che questi prodotti non entrino direttamente in contatto con le infiorescenze, sono privi di THC, la sostanza che fa sballare.

Tuttavia, seppur la legge stabilisca chiaramente che la percentuale di Delta-9-tetraidrocannabinolo deve essere minima-nulla, a oggi non esiste una precisa regolamentazione legislativa riguardo alla percentuale di THC negli alimenti.

In America, in particolare in Canada e negli Stati Uniti, il mercato della cannabis è stato legalizzato da tempo, tanto che il presidente Biden ultimamente ha graziato 6.500 persone accusate di reati federali connessi al possesso di marijuana a conferma che tutto è più elastico.

D'altronde come poteva essere altrimenti visto che gli effetti positivi della legalizzazione non hanno tardato a farsi sentire sia nel campo economico sia nel campo sociale e l’uso della cannabis negli USA ha superato l’uso del tabacco, con buona pace di chi non credeva in questo mercato?

La cannabis ha proprietà organolettiche che la rendono un vero e proprio healty food e i suoi aromi naturali possono conferire tutta una serie di sapori e proprietà nutritive ai piatti.

I semi di canapa e le farine sono sempre più utilizzati dai grandi Chef Italiani per via delle loro qualità nutraceutici, termine composto che sottolinea il fatto che i prodotti derivati dalla cannabis hanno proprietà nutritive, essendo ricchissimi di carboidrati, vitamine, proteine, antiossidanti, fibre e minerali e terapeutiche, gli effetti benefici della cannabis ormai sono riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale da tantissimo tempo.

Se a questo sommiamo poi che, i derivati della canapa non contenendo glutine o lattosio, i mali assoluti per alcuni di quest’epoca, abbiamo un quadro più che completo.

La vendita cannabis light a scopo alimentare, inoltre, può davvero proiettarci verso una sostenibilità ambientale più efficiente, considerati i mille usi che questa pianta può avere.

Tutto ciò considerato, puntare sulla cannabis nel prossimo futuro, è tutt’altro che una scommessa persa.

E ora?

Vuoi iniziare a scoprire il mondo della cannabis in cucina magari con una ricetta facile e versatile?

Molti Chef utilizzano il formaggio spalmabile a base di cannabis con cui accompagnano tantissimi piatti.

Perché non lo fai anche tu? Ottenerlo è molto semplice.

Basta cuocere i bud in forno per circa 45 minuti a 100°C, questo produrrà un effetto chimico chiamato “decarbossilazione”.

A questo punto basta unire il composto ottenuto a un po’ di burro e lasciare sobbollire il tutto per 6-8 ore, ovviamente mescolando ogni 20 minuti.

Filtra la miscela e il gioco è fatto: hai ottenuto la tua crema spalmabile a basse di canapa.

Naturalmente, per chi è intollerante al lattosio, il burro può essere sostituito anche con olio alimentare.

Ricorda, però, che stiamo parlando della tua salute e della tua sicurezza.

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One comment on “La vendita cannabis light a scopo alimentare”

Tutti i prodotti venduti sono da intendersi come un prodotto tecnico da collezione.
Non è un prodotto medicinale, alimentare, da combustione e da ingestione od assunzione.
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