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Come agisce il CBD sul cervello, cosa sappiamo oggi

L'uso del cannabidiolo, o CBD, è diventato sempre più diffuso in tutto il mondo per via dei suoi potenziali benefici terapeutici.

Tra questi, uno degli aspetti più interessanti è la capacità del CBD di agire sul cervello.

Il sistema endocannabinoide, che regola diverse funzioni fisiologiche dell'organismo, è stato identificato anche nel cervello, dove svolge un ruolo importante nella regolazione dell'attività neuronale.

In questo contesto, il CBD sembra avere un effetto positivo, agendo sui recettori endocannabinoidi CB1 e CB2.

Ma quali sono gli effetti del CBD sul cervello?

In questo articolo, approfondiremo questo tema, esplorando come il CBD agisce sul cervello e quali potenziali benefici e rischi sono associati al suo utilizzo.

Come agisce il CBD sul cervello

Interazione con i recettori CB1 e CB2

Il CBD interagisce con i recettori endocannabinoidi CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, ma in modo diverso rispetto al delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), il principale composto psicoattivo della cannabis.

Mentre il THC si lega direttamente ai recettori CB1, causando effetti psicoattivi, il CBD sembra agire in modo indiretto, modulando l'attività dei recettori CB1 e CB2 e influenzando l'equilibrio dei neurotrasmettitori.

Effetti sull'attività neuronale

Gli effetti del CBD sull'attività neuronale sembrano essere molteplici.

Il CBD sembra, infatti, aumentare l'attività dei recettori serotoninergici 5-HT1A, coinvolti nella regolazione dell'umore, dell'ansia e del dolore.

Inoltre, il CBD sembra inibire l'attività del recettore GPR55, implicato direttamente nella proliferazione cellulare e nella progressione tumorale.

Il CBD sembra anche avere effetti sulla plasticità neuronale, ovvero la capacità del cervello di adattarsi e modificarsi in risposta a stimoli ambientali.

In uno studio su topi, ad esempio, è stato dimostrato che il CBD favorisce la neurogenesi, ovvero la formazione di nuovi neuroni nell'ippocampo, regione del cervello coinvolta nella memoria e nell'apprendimento.

Riduzione dell'infiammazione cerebrale

Il CBD sembra anche avere proprietà antinfiammatorie a livello cerebrale.

È stato dimostrato che il CBD riduce la produzione di citochine infiammatorie e di specie reattive dell'ossigeno, proteggendo così le cellule cerebrali dall'infiammazione e dallo stress ossidativo.

Questo potrebbe spiegare i potenziali benefici del CBD in alcune patologie neuroinfiammatorie, come la sclerosi multipla o l'encefalite.

Potenziali benefici del CBD sul cervello

Il CBD ha suscitato un grande interesse per i suoi potenziali benefici terapeutici, tra cui quelli sul cervello.

Di seguito, esploreremo alcuni dei principali benefici del CBD sul cervello.

Riduzione dell'ansia e dello stress

Uno dei principali motivi per cui le persone utilizzano il CBD è per la sua capacità di ridurre l'ansia e lo stress.

Questo effetto sembra essere dovuto alla capacità del CBD di modulare l'attività dei recettori serotoninergici 5-HT1A, che sono coinvolti nella regolazione dell'umore e dell'ansia.

In uno studio del 2019 su 72 adulti con ansia e problemi di sonno, ad esempio, è stato dimostrato che il CBD ha migliorato la qualità del sonno del 66,7% dei partecipanti e ha ridotto l'ansia del 79,2%.

Miglioramento del sonno

Il CBD sembra anche avere un potenziale effetto benefico sul sonno.

In uno studio del 2019 su 47 adulti con disturbi del sonno, ad esempio, è stato dimostrato che il CBD ha migliorato la durata del sonno e la qualità del sonno soggettiva.

Ovviamente sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio come il CBD influisce sulla qualità del sonno e se questi effetti sono duraturi nel tempo.

Potenziale uso terapeutico in alcune patologie cerebrali

Il CBD ha dimostrato di avere un potenziale uso terapeutico in alcune patologie cerebrali, come l'epilessia.

In particolare, il CBD sembra essere efficace nel trattamento di alcune forme di epilessia refrattarie ai farmaci convenzionali, come la sindrome di Lennox-Gastaut e la sindrome di Dravet.

In uno studio del 2017 su 120 bambini e adolescenti con sindrome di Dravet, ad esempio, è stato dimostrato che il CBD ha ridotto la frequenza delle crisi convulsive del 39%.

È importante sottolineare che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi d'azione del CBD e per valutare la sua efficacia e sicurezza nel trattamento di queste patologie.

Effetti collaterali del CBD sul cervello

In un precedente articolo avevamo già trattato l'argomento sui possibili effetti collaterali del CBD ma quali sono gli effetti negativi che il cannabidiolo produce al nostro cervello?

Nonostante i potenziali benefici del CBD sul cervello, in effetti, è importante sottolineare che l'uso del CBD può comportare alcuni effetti collaterali.

Di seguito, esploreremo alcuni degli effetti collaterali noti del CBD sul cervello.

Possibili interazioni con farmaci

Il CBD può interagire con alcuni farmaci, aumentandone o riducendone gli effetti.

È stato dimostrato, ad esempio, che il CBD può aumentare gli effetti sedativi degli oppioidi, dei barbiturici e degli antistaminici, mentre può ridurre gli effetti di alcuni farmaci chemioterapici.

Il CBD può interagire con alcuni farmaci metabolizzati dal citocromo P450, un sistema enzimatico presente nel fegato che svolge un ruolo importante nella metabolizzazione di molti farmaci. Queste interazioni possono comportare un aumento o una riduzione della concentrazione di questi farmaci nel sangue, con conseguenze potenzialmente pericolose per la salute.

Effetti a lungo termine ancora sconosciuti

Nonostante l'interesse crescente per il CBD, sono ancora molto limitate le conoscenze sugli effetti a lungo termine del suo utilizzo sul cervello e molte ricerche sono ancora in uno stato iniziale.

In particolare, non si sa ancora se l'uso cronico del CBD può comportare effetti negativi sul cervello, come ad esempio una riduzione della memoria o della capacità cognitiva.

Non è ancora chiaro se l'uso a lungo termine del CBD possa comportare un aumento del rischio di sviluppare patologie cerebrali.

Per questo motivo, è importante utilizzare il CBD con cautela e sotto la supervisione di un medico, soprattutto se si sta assumendo altri farmaci.

Come utilizzare il CBD per beneficiare del suo effetto sul cervello

Se si desidera utilizzare il CBD per beneficiare del suo effetto sul cervello, è importante fare attenzione alla dose e al metodo di somministrazione.

Alcuni suggerimenti su come utilizzare il CBD in modo sicuro ed efficace fanno certamente comodo.

Dosaggio consigliato

Il dosaggio consigliato di CBD dipende da vari fattori, come l'età, il peso, la salute generale e la sensibilità individuale.

In generale, è consigliabile iniziare con dosi basse di CBD e aumentare gradualmente la dose fino a raggiungere l'effetto desiderato.

In generale il consiglio è iniziare con una dose di 5-10 mg di CBD al giorno e aumentare gradualmente la dose di 5 mg alla settimana, fino a raggiungere la dose ottimale ma ripetiamo, il dosaggio è una questione molto personale e se si utilizza il CBD per scopi terapeutici è l’operatore sanitario che dovrebbe dirci quanto e quando assumerlo o seguire le sue istruzioni riportate da chi c'è l'ha venduto.

Metodi di somministrazione

Il CBD può essere assunto in vari modi, tra cui:

Olio di CBD

L'olio di CBD è uno dei modi più comuni per assumere il CBD. L'olio viene assorbito rapidamente dal corpo ed è facile da dosare.

Capsule di CBD

Le capsule di CBD sono una forma conveniente di somministrazione del CBD, in quanto la dose è già dosata e non richiede alcuna preparazione.

Fiori di CBD

I fiori di CBD sono la forma più naturale di somministrazione del CBD. I fiori possono essere fumati o vaporizzati per ottenere l'effetto desiderato. La cannabis light è naturalmente ricca di cannabidiolo e povera di THC.

Creme o unguenti di CBD

Le creme e gli unguenti di CBD possono essere applicati direttamente sulla pelle per alleviare il dolore o l'infiammazione.

Il metodo di somministrazione del CBD può influire sull'effetto del CBD sul cervello e sulla durata dell'effetto.

Ad esempio, l'assunzione di CBD tramite olio o capsule può richiedere più tempo per avere effetto rispetto alla somministrazione tramite erba light o creme.

In ogni caso, è importante consultare un medico prima di utilizzare il CBD, specialmente se si sta già assumendo farmaci o si soffre di patologie cerebrali.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo esaminato gli effetti del CBD sul cervello e come questo composto può influire sull'attività neuronale, sull'infiammazione e su alcune patologie cerebrali.

Abbiamo anche discusso dei potenziali benefici del CBD per la salute mentale e del modo migliore per utilizzare il CBD per beneficiare del suo effetto sul cervello.

È importante sottolineare che ci sono anche effetti collaterali del CBD sul cervello, come le possibili interazioni con farmaci e l'incertezza sugli effetti a lungo termine del CBD.

Nonostante queste incertezze, il CBD rappresenta comunque un'area di ricerca molto interessante per la salute mentale e ci sono molte prospettive future per la ricerca sul CBD e il cervello e gli scienziati potrebbero esplorare ulteriormente il potenziale terapeutico del CBD in alcune patologie cerebrali, nonché i meccanismi di interazione del CBD con i recettori CB1 e CB2.

In generale, il CBD sembra essere un composto promettente per la salute mentale, ma è importante svolgere ulteriori ricerche per comprendere meglio i suoi effetti e per determinare le migliori modalità di utilizzo.

Se si desidera utilizzare il CBD per beneficiare del suo effetto sul cervello, è sempre consigliabile consultare un medico e seguire le dosi raccomandate.

Fonti e approfondimenti

Per la realizzazione di questo articolo sono state consultate diverse fonti, tra cui:

Campos AC, Fogaça MV, Sonego AB, Guimarães FS. Cannabidiol, neuroprotection and neuropsychiatric disorders. Pharmacological Research. 2016 Oct 1;112:119-27. [Fonte]

Lee JLC, Bertoglio LJ, Guimarães FS, Stevenson CW. Cannabidiol regulation of emotion and emotional memory processing: relevance for treating anxiety-related and substance abuse disorders. British Journal of Pharmacology. 2017 Nov;174(19):3242-56. [Fonte]

Bih CI, Chen T, Nunn AV, Bazelot M, Dallas M, Whalley BJ. Molecular targets of cannabidiol in neurological disorders. Neurotherapeutics. 2015 Jan 1;12(4):699-730. [Fonte]

Per approfondimenti sui temi trattati in questo articolo, si consiglia di consultare i seguenti studi scientifici:

Zuardi AW, Crippa JA, Hallak JE, Moreira FA, Guimarães FS. Cannabidiol, a Cannabis sativa constituent, as an antipsychotic drug. Brazilian Journal of Medical and Biological Research. 2006 Apr;39(4):421-9. [Per saperne di più]

Blessing EM, Steenkamp MM, Manzanares J, Marmar CR. Cannabidiol as a potential treatment for anxiety disorders. Neurotherapeutics. 2015 Oct 1;12(4):825-36. [Per saperne di più]

Devinsky O, Cross JH, Laux L, Marsh E, Miller I, Nabbout R, Scheffer IE, Thiele EA, Wright S. Trial of cannabidiol for drug-resistant seizures in the Dravet Syndrome. New England Journal of Medicine. 2017 May 25;376(21):2011-20. [Per saperne di più]

Inoltre, ci sono numerose risorse online che forniscono informazioni approfondite sul CBD e sulla sua relazione con il cervello, come ad esempio:

Cannabiscienza.it: un sito web che raccoglie informazioni sulla ricerca scientifica sul CBD e sui suoi usi terapeutici.

NIH.gov: il sito del National Institutes of Health degli Stati Uniti d'America, che offre una vasta gamma di informazioni sulla salute e sulla ricerca medica, tra cui studi sul CBD e sul suo effetto sul cervello.

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