Perché l’uso della cannabis light abbassa l’uso degli oppioidi

Gli oppioidi sono una classe di farmaci che agisce sui recettori degli oppioidi nel sistema nervoso centrale per ridurre il dolore e indurre un effetto di benessere.

Questi farmaci sono spesso prescritti per alleviare il dolore acuto o cronico, come quello causato da lesioni, interventi chirurgici o malattie come il cancro.

Gli oppioidi possono anche essere usati per trattare la tosse grave o come sedativi per l'anestesia.

Gli oppioidi includono farmaci come la morfina, l'ossicodone, l'idrocodone, la codeina e la fentanil, tra gli altri.

Questi farmaci possono essere altamente efficaci per ridurre il dolore, ma hanno anche il potenziale per causare effetti collaterali indesiderati, come la sedazione, la dipendenza, la depressione respiratoria e la costipazione. Per questo motivo, gli oppioidi devono essere usati con cautela e solo sotto la supervisione di un medico.

Diverse ricerche scientifiche che hanno esaminato l'uso a lungo termine di marijuana medica e la sua relazione con l'uso di oppioidi.

Alcuni studi hanno effettivamente suggerito che l'uso di marijuana medica può ridurre la necessità di oppioidi in alcune persone con dolore cronico, migliorando al contempo la loro qualità della vita.

La cannabis terapeutica e la riduzione degli oppioidi

Un nuovo studio, condotto da ricercatori del Dipartimento della Salute di New York e pubblicato da poche settinmane dall'American Medical Association, ha rilevato che i pazienti affetti da dolore cronico che hanno ricevuto marijuana terapeutica per più di un mese hanno registrato una significativa riduzione degli oppioidi prescritti.

L'analisi ha esaminato i dati di oltre 8.000 pazienti registrati nel programma di cannabis terapeutica di New York, monitorando la variazione delle loro prescrizioni di oppioidi nel tempo. Si è concluso che tra i pazienti con dolore che hanno ricevuto marijuana per più di 30 giorni, le quantità di oppioidi sono diminuite di quasi la metà [Fonte].

"I dosaggi giornalieri di oppioidi dei pazienti si sono ridotti dal 47% al 51% rispetto ai dosaggi di base dopo 8 mesi".

Il commissario alla sanità di New York, James McDonald, ha definito lo studio

"un'ulteriore prova che la cannabis medica ha il potenziale per ridurre la quantità di farmaci a base di oppioidi necessari per trattare il dolore cronico".

"Questi risultati hanno il potenziale per informare ulteriormente gli operatori sanitari e i responsabili politici qui a New York e in altre giurisdizioni dove la cannabis medica non è ancora legalizzata o utilizzata al massimo delle sue potenzialità",

ha detto in un comunicato.

Il nuovo studio, sottoposto a revisione paritaria, è stato pubblicato sul numero del 30 gennaio del Journal of the American Medical Association (JAMA) Network Open da ricercatori del Dipartimento della Salute, dell'Office of Cannabis Management dello Stato e della City University of New York (CUNY) Graduate School of Public Health and Health Policy.

Perché la cannabis terapeutica aiuta a ridurre il consumo di oppioidi

Ci sono diversi motivi per cui l'uso di cannabis terapeutica può essere associato a una riduzione dell'uso di oppioidi.

La cannabis contiene composti chiamati cannabinoidi che interagiscono con il sistema endocannabinoide del nostro corpo, il quale è coinvolto nella regolazione del dolore, dell'umore e dell'appetito.

Alcuni studi hanno suggerito che i cannabinoidi possono avere effetti analgesici (cioè antidolorifici) e antinfiammatori, che possono ridurre la necessità di oppioidi per il controllo del dolore.

La cannabis, inoltre, può avere effetti positivi sull'umore e sulla salute mentale.

Questo aiuta a ridurre l'ansia e la depressione che spesso accompagnano il dolore cronico e permette alle persone di gestire meglio il loro dolore senza la necessità di aiuti esterni.

Altri studi, poi, affermano che l'uso di cannabis può aumentare l'efficacia degli oppioidi stessi, consentendo alle persone di ridurre le dosi di questi farmaci necessari molte volte per il controllo del dolore.

Perché questa “battaglia” contro gli oppioidi

Gli oppioidi possono causare una serie di effetti collaterali indesiderati, soprattutto se assunti a dosi elevate o per un lungo periodo di tempo.

Alcuni di questi effetti indesiderati più comuni includono:

Mentre, dunque, è stata abbondantemente dimostrato che il CDB non causa dipendenza l’uso, specie se prolungato, di oppioidi genera assuefazioni a queste sostanze il che comporta una progressiva richiesta sempre maggiore di queste sostanze per sortire l’effetto desiderato.

Se poi si considera che l'uso di oppioidi può causare anche depressione respiratoria, che può essere pericolosa e persino fatale, sì riesce ad arrivare facilmente ad una sola conclusione: gli oppioidi devono essere usati con cautela e solo ed esclusivamente sotto la supervisione di un medico.

Esistono poi, una serie di altri effetti collaterali meno comuni ma più gravi che possono includere la depressione del sistema immunitario, ossia l’aumento del rischio di infezioni, e la soppressione della produzione di ormoni sessuali, che può portare a problemi di fertilità o di impotenza sessuale.

In generale, quindi, l'uso di oppioidi deve essere limitato alla durata e alla quantità necessarie per gestire il dolore, ciò che spesso non avviene.

Come potrebbe del resto un uomo normale non abusarne considerato ciò che la vita frenetica di tutti i giorni ci riserva?

Purtroppo a tutti è richiesto sempre di dare il 100% e se una “medicina” può essere d’aiuto, sono pochi quelli che riescono a dire no e a “scalare” quando ciò è richiesto.

L’uomo da sempre fugge al dolore e se può evitarlo non c’è prescrizione che tenga.

Come agiscono gli oppioidi sul nostro sistema nervoso centrale

La morfina, l'ossicodone, l'idrocodone, la codeina, la fentanil ma anche tutti gli altri oppioidi agiscono tutti allo stesso modo.

Nel nostro cervello, come nel midollo spinale e in altre parti del nostro corpo sono presenti dei ricettori, ossia delle proteine presenti sulle cellule nervose.

Queste sostanze legandosi a queste proteine attivano il sistema oppioide endogeno coinvolto nella regolazione del dolore, dell’umore e ad altre funzioni come la respirazione.

L'attivazione dei recettori degli oppioidi da parte degli oppioidi produce un effetto analgesico (cioè antidolorifico) attraverso l'inibizione della trasmissione del dolore attraverso il sistema nervoso centrale.

Gli oppioidi possono anche causare effetti di euforia e benessere ed è ciò che spesso porta alla dipendenza.

Oppioidi e cannabis light

Questo processo è dunque lo stesso che si innesca quando si consuma cannabis.

La canapa, infatti come sappiamo, agisce sul sistema nervoso attraverso i suoi composti chimici che si legano ai recettori cannabinoidi presenti nelle cellule nervose e in altre parti del corpo.

I due cannabinoidi principali presenti nella cannabis sono il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD).

Il THC è il principale responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis e si lega principalmente ai recettori cannabinoidi CB1 presenti nel cervello.

Il CBD si lega ai recettori cannabinoidi CB2 presenti nel sistema immunitario e in altre parti del corpo.

THC e CBD, sostanzialmente, hanno gli stessi effetti benefici per il nostro corpo ma, mentre il THC ha effetti psicotici, il CBD ha solo effetti positivi.

Sostanzialmente, dunque, il CBD è una valida alternativa agli oppioidi e l’uso dell’erba light riduce l’utilizzo di sostanze nocive per il nostro organismo che provocano spiacevoli effetti collaterali e dipendenza.

La cannabis light di fatto presenta alte percentuali di cannabinoide e basse/bassissimi tenori di Delta-9-tetraidrocannabinolo.

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La cannabis terapeutica: cosa c’è da sapere

La cannabis terapeutica prevede l'uso della pianta di cannabis o dei suoi derivati, come il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) o il cannabidiolo (CBD), per alleviare sintomi di diverse condizioni mediche.

È importante sottolineare che l'uso della cannabis terapeutica deve essere attentamente valutato e prescritto da un medico esperto, in quanto può comportare rischi e effetti collaterali significativi, tra cui la dipendenza e la compromissione delle funzioni cognitive.

La cannabis terapeutica in Italia

In Italia, a partire dal 2006, i medici sono autorizzati a prescrivere preparati medicinali a base di cannabis contenenti sostanze attive per uso medico.

Questa pratica è stata introdotta seguendo quanto stabilito dal Testo Unico sulle droghe del 1990 e richiede l'autorizzazione di un organismo nazionale specifico per la coltivazione della cannabis.

A partire dal 2007, sono stati poi introdotti in Italia i prodotti Bedrocan, Bediol, Bedrobinol, Bedrolite, Bedica e Sativex, che possono essere anche importati.

Nel settembre 2014, i Ministeri della Salute e della Difesa hanno firmato un accordo per la produzione di infiorescenze per preparazioni medicinali a base di cannabis presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. La produzione è stata sucessivamente avviata nel 2016, e il prodotto risultante, chiamato Cannabis FM-2, contiene THC al 5-8% e CBD al 7,5-12%.

La cannabis ad uso medico

La cannabis terapeutica può essere utilizzata per ridurre il dolore, migliorare l'appetito, ridurre l'ansia e l'insonnia, controllare le convulsioni e i tremori e migliorare la qualità della vita di alcuni pazienti.    

La cannabis per uso terapeutico, in generale, viene presa in considerazione solo quando gli altri trattamenti non sono adatti o non hanno avuto successo.

In particolare, soprattutto i farmaci a base di pianta di cannabis o dei suoi derivati, sono oggi utilizzati per trattare:

L'Epidyolex, ad esempio, è un medicinale introdotto in Italia a Giugno del 2021 che viene solitamente prescritto a bambini e adulti affetti da epilessia, per trattare casi specifici come la sindrome di Lennox-Gastaut e la sindrome di Dravet. Si tratta di un liquido altamente purificato contenente CBD (cannabidiolo).

Il Nabilone, pur non essendo attualmente in commercio in italia, può essere reperito (con non poche difficoltà) all’estero. Molte sono le persone che sottoposte a chemioterapia hanno periodi in cui si sentono male o vomitano e, questo farmaco, può essere prescritto agli adulti da uno specialista per alleviare proprio questi sintomi, ma solo quando altri trattamenti non sono stati utili o non sono adatti. Il Nabilone viene assunto sotto forma di capsule ed è stato sviluppato per agire in modo simile al THC (la sostanza chimica della cannabis che fa sballare).

Il Nabiximols (Sativex), invece, è un farmaco che aiuta nel trattamento per la sclerosi multipla (SM) a base di cannabis e viene spruzzato in bocca.

Solo farmaci per l’uso della cannabis terapeutica?

La cannabis terapeutica, comunque sia è sempre cannabis e come la cannabis light e la marijuana illegale, può essere consumata in vari modi:

Non tutti i pazienti, comunque sia, preferiscono assumere la cannabis in questo modo, tanto che, per la cannabis ad uso medico, esistono metodi non convenzionali per la somministrazione.

Non è raro trovare, infatti, pazienti che usano cerotti a base di cannabis per via topica/transdermica come anche trovare pazienti che preferiscono il dabbing, ovvero, l’inalazione diretta di concentrati di cannabis tramite uno strumento particolare, il dab rig.

Chi può fare uso della cannabis terapeutica

In generale, in Italia, la cannabis terapeutica potrebbe essere prescritta da qualunque medico per tutti i casi di utilizzo per i quali esista una letteratura scientifica accreditata.

Di contro, però, il Decreto Uso Medico Cannabis, ormai risalente al 9 novembre 2015, stabilisce che solo in caso di:

i prodotti a base di cannabis terapeutica possono essere rimborsabili, ma attenzione, questo a discrezione dei singoli sistemi regionali.

Ciò detto, comunque, nel nostro Paese sono pochi i medici propensi a prescrivere e consigliare la cannabis terapeutica tanto che, i pazienti che vorrebbero farne uso, devono spesso rivolgersi a veri e propri specialisti in grado di elaborare un piano sanitario adeguato.

Esistono, tuttavia, associazioni sparse su tutto il territorio nazionale a cui è possibile rivolgersi per consigli e indicazioni tra le quali:

Cos’è cambiato e cosa c’è ancora da fare: pro e contro sull’uso della cannabis terapeutica

L'uso della cannabis terapeutica, ovviamente, presenta sia vantaggi che svantaggi.

Se da una parte non possiamo ignorare che l’utilizzo di canapa medica può:

dall’altra parte dovremmo anche tenere conto che l'uso della cannabis terapeutica può avere effetti collaterali non indifferenti, soprattutto se il paziente non è seguito.

Secchezza delle fauci, sonnolenza, vertigini, aumento della frequenza cardiaca, disorientamento e paranoia, sono reazione indesiderate ormai conosciute a chi consuma abitualmente cannabis con THC, com'è anche risaputo del resto che, un uso prolungato di qualsiasi sostanza che contenga delta-9-tetraidrocannabinolo, può portare alla dipendenza.

Se a questo si aggiunge anche che oggi, malgrado siano passati secoli da quando l’uomo utilizza la pianta di cannabis per curarsi, non siamo ancora del tutto certi se l'uso della cannabis terapeutica possa o meno avere effetti a lungo termine, come:

  • la riduzione della capacità di apprendimento e di memoria,
  • la riduzione della motivazione,
  • la riduzione della capacità di coordinazione,

con un dibattito scientifico ancora in corso, è facile anche comprendere lo scetticismo che ruota intorno a questo argomento.

È importante, quindi, che i pazienti che considerano l'uso della cannabis terapeutica lavorino a stretto contatto con i loro medici per assicurarsi che la terapia sia appropriata e sicura.

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Ridurre lo stress con il CBD: i benefici del cannabidiolo per la salute mentale e fisica

Lo stress è una risposta fisiologica del corpo a situazioni percepite come pericolose o minacciose.

Può essere causato da fattori esterni come problemi di lavoro, relazioni interpersonali difficili o eventi traumatici, ma anche da fattori interni come pensieri o preoccupazioni persistenti.

Gli effetti dello stress sul corpo e sulla mente possono essere di vario genere e dipendono dalla durata e dalla gravità e dal persistere di questa situazione.

Distress e eustress sono due termini che vengono spesso utilizzati in ambito psicologico per descrivere le diverse forme di stress.

Il distress si riferisce al tipo di stress negativo e avverso, che può causare disagio e tensione emotiva. Ad esempio, il trauma, la malattia, la perdita di una persona cara o il lavoro eccessivo possono essere fonti di distress.

D'altra parte, l'eustress si riferisce a un tipo di stress positivo, che può essere percepito come stimolante e motivante. Questo tipo di stress può aiutare le persone a superare le sfide e raggiungere i loro obiettivi. Ad esempio, fare un discorso in pubblico, prepararsi per una gara sportiva o affrontare una sfida professionale possono essere fonti di eustress.

Mentre il distress può avere effetti negativi sulla salute mentale e fisica, l'eustress può contribuire a migliorare la resilienza e la capacità di gestire situazioni stressanti.

In generale, la differenza tra distress ed eustress dipende dalla percezione individuale dello stress. Ciò che può essere percepito come distress per una persona, potrebbe essere percepito come eustress per un'altra.

Cosa comporta lo stress?

Tra i sintomi comuni dello stress ci sono

  • l'ansia,
  • la tensione muscolare,
  • la difficoltà di concentrazione,
  • l'irritabilità,
  • la stanchezza.

Lo stress cronico, in forma di distress, può inoltre aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiache, diabete, disturbi gastrointestinali e altri problemi di salute.

Lo stress, inoltre, può anche avere un impatto significativo sulla salute mentale, causando o peggiorando i sintomi di disturbi come la depressione, l'ansia e il disturbo da stress post-traumatico oltre che influire negativamente sulla qualità del sonno, peggiorando ancora di più i sintomi fisici e mentali associati a questa condizione.

Stress e CBD

Il CBD, o cannabidiolo, è uno dei principali composti chimici presenti nella pianta di cannabis.

A differenza del THC, un altro composto presente nella cannabis, il CBD non ha effetti psicoattivi e non produce la sensazione di "euforia" spesso associata a questa pianta.

Numerose ricerche scientifiche suggeriscono che il CBD abbia proprietà ansiolitiche, ovvero capacità di ridurre ansia e stress.

Studi condotti su animali e su esseri umani hanno dimostrato che il CBD può realmente influire su diversi processi fisiologici legati al nervosismo, come la regolazione del sistema endocannabinoide e del sistema nervoso autonomo.

In particolare, il CBD sembra ridurre l'attività del sistema nervoso simpatico, che è responsabile della risposta di "lotta o fuga" del corpo allo stress, e aumentare l'attività del sistema nervoso parasimpatico, che invece promuove il rilassamento e la riparazione del corpo.

Il CBD, inoltre, in molti casi aiuta a migliorare il sonno, spesso compromesso proprio dallo stress.

Alcuni studi hanno suggerito che il CBD può ridurre il tempo necessario per addormentarsi, migliorare la qualità del sonno e ridurre i risvegli notturni.

Il sistema endocannabinoide è un complesso sistema biologico presente nel nostro corpo, che regola una vasta gamma di processi fisiologici, tra cui l'umore, la memoria, il sonno e, appunto, anche la risposta allo stress stesso.

Come il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide per ridurre lo stress

Il sistema endocannabinoide è composto da recettori, enzimi che sintetizzano e degradano i cannabinoidi e gli endocannabinoidi.

Il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide, ma non si lega direttamente ai recettori cannabinoidi come fa il THC.

È stato dimostra che, infatti, il cannabidiolo sembra agire sui recettori cannabinoidi in modo indiretto, aumentando la disponibilità di endocannabinoidi e modulando l'attività di altri recettori cerebrali, come i recettori della serotonina.

Quando siamo stressati, il nostro corpo produce più cortisolo, un ormone dello stress che può avere effetti negativi sulla salute se prodotto in eccesso.

Il sistema endocannabinoide sembra svolgere un ruolo chiave nella regolazione della produzione di cortisolo, e il CBD potrebbe aiutare a ridurre i livelli di questo ormone in situazioni di stress.

Inoltre, il CBD sembra ridurre l'attività del sistema nervoso simpatico, il responsabile della risposta di "lotta o fuga" del corpo, e aumentare l'attività del sistema nervoso parasimpatico, che invece promuove il rilassamento e la riparazione nel nostro organismo.

Questo può aiutare a ridurre i sintomi di ansia e stress e a migliorare la qualità del sonno.

Benefici del CBD per lo stress: riduzione dell'ansia e della depressione

Numerose ricerche scientifiche hanno suggerito che il CBD possa avere benefici per la riduzione dell'ansia e della depressione, spesso correlate allo stress.

Uno studio condotto su 72 adulti con ansia e disturbi del sonno ha dimostrato che il CBD ha migliorato la qualità del dornmire e ridotto i sintomi di ansia.

Un altro studio su 57 soggetti ha riscontrato anche che il CBD ha ridotto i sintomi di ansia in modo significativo in un gruppo di persone con ansia generalizzata.

Alcuni studi hanno anche suggerito che il CBD potrebbe avere benefici per la depressione.

Un'analisi del 2019 ha esaminato i risultati di 27 studi che hanno esaminato l'uso del CBD per il trattamento della depressione, e ha riscontrato che il CBD ha avuto effetti antidepressivi in diversi studi.

In generale, il CBD sembra avere un effetto calmante e rilassante sul corpo e sulla mente, il che lo rende potenzialmente utile per ridurre queste due patologie.

Benefici del CBD per lo stress: miglioramento del sonno

Il CBD può anche avere benefici per il miglioramento del sonno, spesso compromesso in situazioni di stress.

Numerosi studi hanno dimostrato come il CBD possa aiutare ad alleviare l'insonnia e migliorare la qualità del riposo.

Uno studio del 2019, ad esempio, ha esaminato gli effetti del CBD sull'insonnia e ha scoperto che non solo il CBD ha aumentato il tempo ma anche la qualità del riposo in un gruppo di soggetti affetti da insonnia.

Un altro studio del 2019 ha esaminato gli effetti del CBD sull'ansia e sul sonno in un gruppo di 72 soggetti, e ha riscontrato che il cannabidiolo ha migliorato la qualità del sonno in modo significativo, riducendo anche i sintomi di ansia.

Il CBD sembra anche avere un effetto sulla fase REM del sonno, la fase in cui si sogna,  importante per la memoria e la funzione cognitiva.

Se si considera, infine che quando sentiamo dolore è spesso difficile dormire e che il CBD potrebbe anche avere benefici per la riduzione dei sintomi fisici dello stress, come la tensione muscolare, il quadro è pressoché completo.

Benefici del CBD per lo stress: la tensione muscolare

Lo stress cronico può portare a una serie di sintomi fisici, tra cui tensione muscolare, mal di testa e dolori articolari.

Il CBD può aiutare a ridurre questi sintomi agendo come un rilassante muscolare e anti-infiammatorio.

Un'analisi del 2015 ha esaminato gli effetti del CBD sui disturbi muscolari, e ha riscontrato che il CBD ha avuto un effetto antispastico e analgesico nei modelli animali di spasmo muscolare.

Inoltre, uno studio del 2019 ha esaminato gli effetti del CBD sull'ansia e sulla tensione muscolare in un gruppo di soggetti con disturbo d'ansia generalizzato, e ha riscontrato che il CBD ha ridotto la tensione muscolare in modo significativo, migliorando anche i sintomi di ansia.

Il CBD, dunque, sembra avere un effetto rilassante sui muscoli, riducendo la tensione muscolare e alleviando la rigidità. Inoltre, il CBD può anche avere un effetto anti-infiammatorio, che può aiutare ad alleviare il dolore e la rigidità associati alla tensione muscolare.

Come assumere il CBD per lo stress

Per assumere il CBD per lo stress, ci sono diverse opzioni disponibili, tra cui:

La cannabis light è una particolare varietà di questa pianta a basso contenuto di THC e alto contenuto di CBD, legale in molti paesi, che può essere utilizzata anche per scopi alimantari.

L'olio di CBD è uno dei modi più popolari per assumere il CBD.

Viene solitamente venduto in flaconi con una pipetta dosatrice, che permette di dosare la quantità di CBD in modo preciso.

L'olio di CBD può essere assunto direttamente sotto la lingua o aggiunto a bevande o cibo.

Le capsule di CBD sono un'altra opzione popolare.

Sono disponibili in diverse dosi e possono essere assunte facilmente con acqua o bevande.

Le gomme da masticare e le caramelle al CBD sono un'opzione gustosa e discreta per assumere il CBD.

Sono disponibili in diverse dosi e sapori.

Le bevande al CBD.

Esistono svariate bevande al CBD, come ad esempio tè e tisane, che offrono oggi un modo rilassante per assumere il cannabidiolo.

Come scegliere il dosaggio e il metodo di assunzione

In generale, la dose di CBD varia a seconda della persona e dei sintomi specifici che si vogliono trattare.

Si consiglia di iniziare con una dose bassa e di aumentarla gradualmente fino a trovare la dose giusta per sé.

Sebbene il CBD sia generalmente considerato sicuro, ci sono alcune considerazioni importanti da tenere a mente quando si utilizza il CBD per trattare lo stress o altri disturbi medici.

In primo luogo, il CBD può interagire con alcuni farmaci, compresi farmaci anticoagulanti, farmaci per la pressione sanguigna e farmaci per il controllo degli zuccheri nel sangue.

Pertanto, è importante parlare con il proprio medico prima di utilizzare il CBD se si sta assumendo farmaci di questa o altra natura.

In secondo luogo, il CBD può causare alcuni effetti collaterali, come la secchezza delle fauci, la nausea, la diarrea e la fatica.

Il CBD,  inoltre, può influire sul livello di sonnolenza e di attenzione, quindi è importante evitare di guidare o operare macchinari pesanti dopo averlo assunto.

Infine, è importante acquistare il CBD da fonti affidabili e di alta qualità, in quanto alcuni prodotti di CBD possono contenere quantità variabili di contaminanti dannosi come pesticidi, solventi e metalli pesanti.

In generale, se si desidera utilizzare il CBD per trattare lo stress o altri disturbi medici, è importante parlare con il proprio medico prima di utilizzare il CBD, valutare attentamente i potenziali benefici e rischi e scegliere prodotti di alta qualità da fonti affidabili.

Concludendo…

In questo articolo abbiamo esaminato l'uso del CBD per il trattamento dello stress.

In particolare, abbiamo descritto come lo stress può influire sulla salute mentale e fisica e come il CBD può aiutare ad alleviare alcuni dei sintomi a esso associabili.

Abbiamo spiegato le proprietà del CBD, incluso il modo in cui il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide del corpo, e abbiamo esaminato i suoi benefici per la riduzione dell'ansia, della depressione, del miglioramento del sonno e della riduzione dei sintomi fisici dello stress, come la tensione muscolare.

Abbiamo anche fornito alcune considerazioni importanti, comprese le possibili interazioni con i farmaci e gli effetti collaterali.

In generale, sebbene il CBD possa aiutare ad alleviare alcuni dei sintomi dello stress, è importante parlare con il proprio medico prima di utilizzare il CBD per trattare lo stress o altri disturbi medici, valutare attentamente i potenziali benefici e rischi e scegliere prodotti di alta qualità da fonti affidabili.

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Gli effetti dei cannabinoidi, guida pratica

I cannabinoidi sono sostanze chimiche presenti nella cannabis che causano gli effetti psicotropi associati al suo utilizzo.

La cannabis light è una varietà di cannabis che contiene quantità ridotte di THC (tetraidrocannabinolo), il principale cannabinoide psicoattivo, rispetto alla cannabis presente in natura ad alto contenuto di THC.

Vogliamo fornire informazioni complete e accurate sugli effetti dei cannabinoidi nella cannabis light.

Verranno discussi sia gli effetti positivi che negativi, nonché le differenze tra la cannabis light e la cannabis ad alto contenuto di THC.

Inoltre, verranno fornite raccomandazioni per un uso responsabile della cannabis light.

Questo articolo è destinato a coloro che sono interessati a comprendere meglio gli effetti dei cannabinoidi e a fare scelte informate sull'uso della cannabis light.

Effetti positivi dei cannabinoidi

La cannabis presenta una molteplicità di effetti positivi, indipendente da come venga consumata.

Tra gli effetti positivi più noti troviamo:

Riduzione dello stress e dell'ansia

La cannabis, inclusa la cannabis light, è stata usata per secoli per ridurre lo stress e l'ansia.

Il CBD, in particolare, è stato associato alla riduzione dell'ansia e all'aumento della serenità, grazie alla sua capacità di interagire con i recettori del sistema endocannabinoide del cervello.

Questi recettori sono coinvolti nel regolare la risposta dell'organismo allo stress e all'ansia.

Alleviamento e riduzione del dolore

Il THC e il CBD sono entrambi stati associati all'alleviamento del dolore cronico e acuto.

Il THC agisce come un analgesico naturale, mentre il CBD è stato associato a una riduzione dell'infiammazione.

La cannabis light contiene generalmente quantità ridotte di THC rispetto alla cannabis ad alto contenuto di THC, ma nonostante questo, il CBD presente nella cannabis light può essere ugualmente d’aiuto per alleviare il dolore per via delle sue proprietà antinfiammatorie.

Per tale ragione, la cannabis light può essere usata anche per trattare il dolore cronico, come quello causato da artrite o da malattie come la sclerosi multipla.

Miglioramento del sonno

L'uso della cannabis, inclusa la cannabis light, può aiutare a migliorare la qualità del sonno.

Il THC e il CBD sono stati associati a un effetto sedativo e rilassante, che può aiutare a ridurre l'insonnia.  L'uso eccessivo di cannabis, tuttavia, può aumentare il rischio di sviluppare dipendenza e avere effetti negativi sulla salute a lungo termine.

Miglioramento dell'appetito

Il THC è stato associato a un aumento dell'appetito, noto anche come "fame da cannabis".

Questo effetto può essere utile per le persone che hanno difficoltà a mangiare a causa di malattie come l'AIDS o il cancro.

Riduzione della nausea

La cannabis, inclusa la cannabis light, è stata usata per secoli per trattare la nausea e il vomito.

Il THC e il CBD sono entrambi stati associati a una riduzione della nausea e del vomito, rendendoli utili per le persone che soffrono di questi sintomi a seguito di trattamenti medici come la chemioterapia.

Miglioramento della salute mentale

Il CBD è stato associato a un miglioramento della salute mentale, inclusi la riduzione della depressione e della ansia.

Il CBD è anche stato associato a una riduzione dei sintomi della schizofrenia e ad un miglioramento dei sintomi della depressione bipolare.

Protezione del sistema nervoso

Il CBD è stato associato a una protezione del sistema nervoso e a una riduzione del danno cerebrale.

Il CBD è stato anche associato a un miglioramento dei sintomi del morbo di Parkinson e di altre malattie neurodegenerative.

Miglioramento della funzione cardiovascolare

Il CBD è stato associato a un miglioramento della funzione cardiovascolare, inclusa la riduzione della pressione sanguigna e del rischio di malattie cardiache.

Miglioramento della salute della pelle

Il CBD è stato associato a un miglioramento della salute della pelle, inclusa la riduzione dell'infiammazione e dell'acne.

Protezione del fegato

Il CBD è stato associato a una protezione del fegato e a una riduzione del danno al fegato causato da sostanze tossiche.

Effetti negativi dei cannabinoidi

Anche i cannabinoidi hanno effetti collaterali e, anche se questi effetti negativi sono imputabili per lo più al THC, credere che ciò non valga per la cannabis in quanto considerata spesso come una droga leggera, è un errore che non dovrebbe essere fatto.

Se è vero che la cannabis in natura presenta tenori di THC medio/bassi è altrettanto vero che oggi in Italia illegalmente circolano marijuana e hashish con alte se non altissime percentuali di tetraidrocannabinolo a differenza del passato.

È facile, dunque, soprattutto se si consumano prodotti illegali mai di fatto controllati, imbattersi in uno o più dei seguenti effetti.

Ansia e depressione

L'uso eccessivo di THC può causare ansia e depressione in alcune persone.

Questo effetto negativo può essere particolarmente evidente nei giovani e nei fumatori frequenti di cannabis.

Problemi di memoria e concentrazione

Il THC può influire negativamente sulla memoria e sulla concentrazione, rendendo difficile per alcune persone svolgere attività che richiedono una memoria a breve termine o un'attenzione costante.

Problemi di coordinazione

Il THC può influire negativamente sulla coordinazione e sul tempo di reazione, rendendo pericoloso per alcune persone guidare o svolgere attività che richiedono una buona coordinazione.

Problemi di salute mentale

L'uso di cannabis, inclusa la cannabis light, può peggiorare alcuni disturbi mentali, come la schizofrenia e la psicosi, e può anche causare l'insorgenza di questi disturbi in alcune persone vulnerabili.

La dipendenza

In generale è possibile affermare che il THC interagisce con i recettori cerebrali, causando cambiamenti nella chimica del cervello e alterando il modo in cui lo stesso percepisce il piacere.

Questi cambiamenti possono portare a una dipendenza fisica e psicologica dalla cannabis.

La dipendenza da cannabis può essere accompagnata da sintomi di astinenza, come ansia, insonnia e irritabilità, quando si interrompe l'uso della droga.

Questi sintomi possono durare da poche settimane a diversi mesi e possono essere difficili da gestire.

Ci sono studi scientifici che supportano l'idea che il THC sia in grado di causare questo fenomeno.

Il THC è un composto attivo presente nella cannabis che interagisce con i recettori del sistema endocannabinoide nel cervello, producendo effetti psicoattivi al pari di qualsiasi altra droga in circolazione.

Queste interazioni possono causare cambiamenti nella chimica del cervello, inclusa la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla gratificazione.

Tali cambiamenti possono portare a una dipendenza psicologica dalla cannabis, dove le persone sentono il bisogno di continuare a usare la droga per continuare a sperimentare gli effetti piacevoli.

Inoltre, l'uso continuato di cannabis può causare la riduzione della sensibilità dei recettori del sistema endocannabinoide, il che può rendere necessario l'uso di quantità sempre maggiori della droga per ottenere gli stessi effetti.

Questo aumento della tolleranza è un segnale di dipendenza fisica e può portare a sintomi di astinenza quando si interrompe l'uso.

Il CBD, al contrario, non causa dipendenza.

Il cannabidiolo (CBD) è un altro composto attivo presente nella cannabis, ma a differenza del THC, non ha effetti psicoattivi e non è stato associato a dipendenza.

Molti studi hanno esplorato gli effetti del CBD e hanno scoperto che ha molte proprietà terapeutiche, tra cui l'efficacia contro l'ansia, la depressione e il dolore cronico. Tuttavia, non ci sono prove che il CBD sia in grado di causare dipendenza o che abbia effetti collaterali negativi a lungo termine.

È importante notare che la dipendenza da cannabis è un problema comune e che esistono trattamenti efficaci per aiutare le persone a smettere di usare queste sostanze.

Se si sospetta di avere una dipendenza da cannabis, si raccomanda di consultare un medico o un professionista del trattamento della dipendenza per ricevere supporto e trattamento.

In conclusione

La cannabis light e la cannabis ad alto contenuto di THC differiscono per il contenuto di tetraidrocannabinolo, il principale cannabinoide psicoattivo.

La cannabis light contiene quantità molto basse di questo componente mentre la cannabis ad alto contenuto di THC ne contiene livelli molto più elevati (anche fino al 30% e oltre).

Questo significa che l'uso della cannabis light non produce gli effetti psicoattivi tipici della cannabis, ma solo un effetto di rilassamento e benessere.

Oltre al THC, la cannabis contiene altri cannabinoidi come il CBD noti per i loro effetti medicinali e terapeutici.

L'uso della cannabis light è generalmente considerato sicuro, poiché il suo contenuto di THC è molto basso e non causa gli effetti psicoattivi tipici della cannabis ad alto contenuto.

È importante però tenere presente che ogni individuo può reagire in modo diverso all'uso di qualsiasi sostanza e che l'uso eccessivo o incontrollato anche della cannabis light può avere effetti negativi sulla salute.

È sempre consigliabile consultare un medico prima di utilizzare qualsiasi forma di cannabis.

Riepilogo dei principali effetti dei cannabinoidi

I cannabinoidi sono sostanze chimiche presenti nella cannabis che agiscono sul sistema endocannabinoide del corpo, influenzando la percezione, il pensiero, l'umore e il comportamento.

Il THC è il cannabinoide più noto e potente, ma anche il CBD ha una serie di effetti terapeutici.

I principali effetti dei cannabinoidi includono:

Uso responsabile della cannabis light

Per un uso responsabile della cannabis light, si raccomanda di:

La cannabis light, quindi, è differente rispetto alla cannabis tradizionale.

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La cannabis light migliore esiste? E come riconoscerla?

La cannabis light è disponibile in diverse varietà, ognuna delle quali può avere caratteristiche uniche in termini di aroma, sapore e potere terapeutico.

Come allora scegliere la qualità di cannabis migliore?

Dipende sostanzialmente dal tuo gusto, anche perché, pur avendo nomi diversi nei vari negozi online o negozi fisici, come vedremo tra poco, sostanzialmente si ha una buona scelta ma pur sempre limitata.

Come scegliere la cannabis light migliore

La cannabis light può essere ottenuta da qualsiasi varietà di cannabis, a patto che contenga quantità molto basse di THC.

In generale, per ottenere la cannabis light, i coltivatori selezionano varietà di cannabis con un basso contenuto di THC e la coltivano in modo da ottenere un raccolto con quantità ridotte di tetraidrocannabinolo che, come sappiamo, è un composto chimico psicotropo ed è il responsabile dello sballo e molte volte del greenout.

Una volta raccolta, la cannabis viene lavorata per rimuovere ulteriori tracce di THC, ad esempio attraverso il processo di decarbossilazione, che consente di eliminare il THC attraverso il calore.

La cannabis può anche essere trattata con solventi per rimuovere ulteriori tracce di THC, per questa ragione è sempre bene rivolgersi a negozio online specializzati di coltivatori in proprio, noi sappiamo come lavoriamo i nostri prodotti e non operiamo con queste “pratiche” che possono nuocere alla salute.

Scegliere la cannabis light migliore, quale varietà preferisci?

Le varietà più comuni di cannabis light sono:

Sativa, varietà di cannabis caratterizzata da foglie sottili e lunghe e da un effetto energizzante. La cannabis sativa è spesso utilizzata per il trattamento della depressione e dell'ansia.

Indica, varietà di cannabis caratterizzata da foglie larghe e da un effetto rilassante. La cannabis indica è spesso utilizzata per il trattamento dello stress e del dolore cronico.

Ruderalis, varietà di cannabis è caratterizzata da un ciclo di crescita breve e da un contenuto di THC inferiore rispetto alle altre varietà. La cannabis ruderalis è spesso utilizzata come base per la creazione di ibridi con altre varietà di cannabis.

Hybrid, varietà di cannabis risultato dell'incrocio di diverse varietà di cannabis. Gli ibridi possono avere caratteristiche di entrambe le varietà parentali e possono essere utilizzati per trattare una varietà di sintomi e condizioni.

In Italia, la selezione della varietà di cannabis light avviene di solito attraverso l'acquisto di semi di cannabis a basso contenuto di THC da parte dei coltivatori e l'acquisto di semi di cannabis light è regolato dalla legge 242/2016, che disciplina la produzione, il commercio e l'utilizzo di sostanze stupefacenti e psicotrope.

Secondo questa legge, è consentito il commercio di semi di cannabis a basso contenuto di THC, a condizione che siano destinati alla coltivazione di piante da fibra o da seme o alla produzione d'infiorescenze da destinare alla trasformazione industriale.

Per acquistare semi di cannabis light in Italia, è necessario rispettare alcune norme e requisiti specifici.

Le sementi che saranno scelte, ad esempio, dovranno per forza rientrare tra le varietà autorizzate incluse nel Catalogo Comune delle varietà delle specie agricole, secondo quanto stabilito dalla Direttiva 2002/53 dell’Unione europea ed è, inoltre, del tutto vietata l’autoproduzione di sementi secondo quanto stabilito dell’articolo 7 della legge 242.

Per coltivare la canapa light non occorre essere per forza un’azienda agricola e oggi anche un cittadino può farlo senza doversi nascondere.

Basta solo acquistare i semi permessi e rispettare alcuni obblighi come conservare il cartellino recante le indicazioni sulla tipologia di semi acquistati e conservare la ricevuta d’acquisto delle semenze per almeno un anno (12 mesi).

È importante sapere, però, che, sia per i privati sia per le aziende gli enti preposti al controllo sono polizia giudiziaria e corpo forestale che possono di fatto prelevare alcuni campioni per sottoporli ad analisi.

Nel caso in cui, anche in presenza del rispetto degli obblighi, la percentuale di THC presente nelle piante fosse superiore al 0.6%, la piantagione può essere posta sotto sequestro e in via cautelativa anche distrutta.

Anche se questo non comporta responsabilità giuridica a carico del coltivatore, questo rischio esiste ed è concreto.

Diverso, invece, è il caso in cui questi obblighi non siano rispettati. C’è il rischio concreto di essere accusati di reato di produzione o spaccio di sostanze stupefacenti e di una pena che va dai 2 ai 6 anni di carcere, presta molta attenzione a ciò che pianti, la legge come si dice non ammette ignoranza.

Elenco dei semi di cannabis light permessi in Italia tra cui scegliere

La cannabis light è una forma di cannabis che contiene quantità di THC (tetraidrocannabinolo) inferiori al limite di legge, che in Italia è fissato a 0,6%. Al contrario, la cannabis "normale" può contenere livelli di THC superiori a questo limite.

Il THC è il principale composto psicoattivo della cannabis, e responsabile della maggior parte degli effetti psicotropi della droga. La cannabis light, quindi, ha effetti meno intensi e meno duraturi rispetto alla cannabis "tradizionale".

Inoltre, la cannabis light è legale in molti Paesi, tra cui l'Italia, mentre la cannabis "tradizionale" è illegalmente in molti Paesi, anche se in alcuni di essi è stato legalizzato l'uso a scopo terapeutico o ricreativo.

Come già detto le sementi di cannabis light dovranno per forza rientrare tra le varietà autorizzate incluse nel Catalogo Comune delle varietà delle specie agricole, secondo quanto stabilito dalla Direttiva 2002/53 dell’Unione europea, quali sono queste sementi?

Ecco l’elenco completo:

N
NOME VARIETA’
STATO
1
Adzelvieši
Registrata
2
Antal
Registrata
3
Armanca
Registrata
4
Asso (ITA)
Registrata
5
Austa SK
Registrata
6
Beniko
Registrata
7
Bialobrzeskie
Registrata
8
Białobrzeskie
Registrata
9
CS (ITA)
Registrata
10
Cannakomp
Registrata
11
Carma (ITA)
Registrata
12
Carmagnola (ITA)
Registrata
13
Carmaleonte (ITA)
Registrata
14
Chamaeleon
Registrata
15
Codimono (ITA)
Registrata
16
Dacia Secuieni
Registrata
17
Delta-405
Registrata
18
Delta-llosa
Registrata
19
Dioica 88
Registrata
20
Earlina 8 FC
Registrata
21
Eletta Campana (ITA)
Registrata
22
Epsilon 68
Registrata
23
Fedora 17
Registrata
24
Felina 32
Registrata
25
Ferimon
Registrata
26
Fibranova (ITA)
Registrata
27
Fibrante (ITA)
Registrata
28
Fibrol
Registrata
29
Fibror 79
Registrata
30
Finola
Registrata
31
Férimon
Registrata
32
Glecia (ITA)
Registrata
33
Gliana
Registrata
34
Glyana
Registrata
35
Henola
Registrata
36
Ivory
Registrata
37
KC Bonusz
Registrata
38
KC Dora
Registrata
39
KC Virtus
Registrata
40
KC Zuzana
Registrata
41
KCA Borana
Registrata
42
Kompolti
Registrata
43
Kompolti hibrid TC
Registrata
44
Lipko
Registrata
45
Lovrin 110
Registrata
46
Marcello
Registrata
47
Markant
Registrata
48
Monoica
Registrata
49
Rajan
Registrata
50
Ratza
Registrata
51
Santhica 23
Registrata
52
Santhica 27
Registrata
53
Santhica 70
Registrata
54
Secuieni Jubileu
Registrata
55
Silvana
Registrata
56
Succesiv
Registrata
57
Tiborszallasi
Registrata
58
Tisza
Registrata
59
Tygra
Registrata
60
Uniko B
Registrata
61
Uso-31
Registrata
62
Villanova
Registrata
63
Wielkopolskie
Registrata
64
Wojko
Registrata
65
Zenit
Registrata

Tuttavia è anche importante sottolineare che il Catalogo è in continuo aggiornamento.

La cannabis nel mondo

L’uso della cannabis ha origini antichissime tanto che fonti molto accreditate parlano di un possibile utilizzo della marijuana sin dal neolitico.

Sta di fatto che, oggi, ciò che sappiamo per certo è che l’uso psicotropo della cannabis nel medio Oriente nei riti religiosi e per le sue potenzialità curative sotto forma di bevanda, sia accertato da tempo.

Sappiamo, infatti, che I nostri avi utilizzano la cannabis per curare patologie dolorose o sotto forma di fumo per la cura del mal di denti, questo è certo.

Com’è certo anche che la cannabis attualmente in circolazione ha poco a che fare con la cannabis prodotta in altri tempi e poco importa se in Europa sia arrivata dopo, con la globalizzazione tutto oggi si muove simultaneamente e il palcoscenico si chiama mondo.

È per questo che oggi, anche in Italia, in circolazione esistono varie tipologie di cannabis e, purtroppo, già da anni circola la famigerata marijuana geneticamente modificata (OGM).

Originaria del Paraguay, dove viene coltivata ancora oggi tra le montagne della regione di Canindeyu, questa pianta veniva commercializzata originariamente solo in Brasile, Argentina, Uruguay e Cile.

È probabile che proprio l’introduzione di questo ceppo modificato sia stato la causa del rialzo così elevato del THC presente nella cannabis a cui abbiamo assistito in questi ultimi decenni.

Perdere mercato, soprattutto se illegale e quindi molto fruttuoso, non piace a nessuno e per questa ragione, forse, i produttori di cannabis hanno cercato “varietà di base” di piante da poter utilizzare come “ceppi di partenza” da incrociare successivamente per ottenere altre varietà, con un sempre più elevato tenore di THC.

Vengono quindi adottati molteplici metodi che, integrati tra loro, portano alla selezione di piante idonee, per caratteristiche genetiche e morfologiche, a essere incrociate tra loro e che consentono di ottenere varietà stabili e con elevata percentuale di tetraidrocannabinolo.

Per stare al passo, dunque, anche con le genetiche modificate è iniziata questa insensata guerra al rialzo che ha fatto crollare sostanzialmente la distinzione tra droghe pesanti e doghe leggere.

Oggi è noto, ad esempio che, tra i “ceppi base” più utilizzati dai produttori ci sono la Skunk e la Kush.

La Skunk è un incrocio sativa/indica che presenta stabilmente un tenore di THC tra il 10 e il 12% e si trova, ad esempio, alla base d'incroci come la Power Skunk, con una percentuale di THC pari al 16%.

Il ceppo Kush, con percentuale di THC al 18%, viene utilizzato invece insieme ad altre varietà per poter ottenere ad esempio la Critical Kush, che presenta un tenore di THC pari al 25%.

È migliore la Cannabis light outdoor o indoor?

Anche se sembra banale, “de gustibus non est disputandum”.

Dipende dalle preferenze personali e dalle condizioni in cui viene coltivata la pianta.

La cannabis indoor può essere coltivata in ambienti controllati, dove è possibile regolare la temperatura, l'umidità e la quantità di luce a cui le piante sono esposte.

 La coltivazione indoor può essere costosa, poiché richiede l'utilizzo di lampade e sistemi di climatizzazione.

La cannabis outdoor, al contrario, viene coltivata all'aperto, sfruttando la luce solare e le condizioni ambientali naturali.

Questo può risultare in un raccolto meno consistente rispetto alla cannabis indoor, ma può essere meno costoso.

Di una cosa però siamo certi però: tante persone preferiscono il gusto e l'aroma della cannabis outdoor, poiché viene coltivata in modo più naturale e per questo continueremo a farlo in questo modo.

Qual è allora la qualità di cannabis migliore?

Tutto ciò premesso, dunque, non c’è una qualità migliore di cannabis light in assoluto.

Provenienza, contenuto di THC, contenuto di CBD e prezzo possono senz’altro fare la differenza ma una certezza c’è: dovresti sempre assicurati che la cannabis light che stai acquistando sia prodotta da un'azienda affidabile che utilizzi pratiche di coltivazione responsabili.

Per l’aroma e il gusto ti consigliamo di provarne diverse fino a quando non avrai trovato quella ti calza meglio.

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