Soprattutto quando parliamo di marijuana e quindi degli effetti dello sballo da THC, vuoi perché la roba non è effettivamente controllata in quanto in Italia è illegale consumare questa sostanza, vuoi perché a oggi la cannabis illegale risulta una delle droghe più consumate nel nostro Paese, vuoi perché le percentuali di Delta-9-tetraidrocannabinolo sono triplicate se non quadruplicate negli ultimi anni, è facile imbattersi in casi di greenout.
Al contrario di quello che molti pensano, infatti, la distinzione un tempo valida tra droghe leggere e doghe vere e proprie, oggi è crollata.
Se un tempo le percentuali dell’agente psicotropo nella cannabis erano tali da produrre leggeri stati di coscienza alterata per trascorrere una serata in compagnia "piacevole", oggi la sativa, l’indica e naturalmente l’ibrida in circolazione hanno tassi di THC che arrivano anche al 30% se non oltre.
La Lucid Blue, ad esempio, come alla Durban Poison o la Do-Si-Dos come la GMO Cookies, sono tutte infiorescenze che superano già abbondantemente il 25% sulla carta ma, come del resto è risaputo, spesso la marijuana è trattata in modo che nella realtà si ottengano percentuali di THC ben più altre di queste cifre, anche perché così “la roba è buona” e si vende meglio a chi desidera fare serata.
Il vero problema, tuttavia, risiede in un’altre costatazione innegabile: sia il Delta-9-tetraidrocannabinolo che il suo fratello buono, il cannabidiolo (CBD), hanno effetti quasi identici su ogni individuo ma, mentre il CBD può essere d’aiuto in molti casi ed è in grado di aiutare ad esempio chi è affetto da ADHD, chi non riesce a dormire, chi soffre di artrite reumatoide, persino chi soffre d’asma, oltre a essere un potente antidolorifico naturale, il THC ha uno scopo solo ricreativo e basta.
Del resto, CBD e THC come ben sappiamo hanno gli stessi effetti benefici tanto da compensarsi a vicenda, allora perché si preferisce la marijuana alla cannabis legale se non per gli effetti stessi del Delta-9-tetraidrocannabinolo? La risposta è ovviamente scontata.
Fatta questa premessa, vediamo cos’è il green out e cosa fare in caso si presenti.
Il greenout, detto anche sbiancamento, è un malessere che si manifesta in chi consuma troppo THC e colpisce sia i novizi del mondo della cannabis sia chi non consuma marijuana da tanto tempo indistintamente.
Il consumo eccessivo di cannabis, difatti, può aumentare il rischio di sperimentare effetti negativi.
Ognuno risponde alla cannabis in modo diverso, indipendentemente dal metodo di consumo.
Se dovesse malauguratamente succedere qualcosa a te o a chi è in tua compagnia, il consiglio è sempre quello di rivolgersi al personale sanitario, tuttavia, proprio perché il green-out è molto comune, nel tempo si è scoperto che ci sono pratiche che aiutano.
Uno degli aspetti più inquietanti del THC per chi non è abituato al suo consumo è legato agli stati di paranoia, con eventuali allucinazioni temporanee, ma soprattutto all’aumento dei sintomi di ansia.
Spesso della marijuana che si sta consumando, almeno di essere dei cultori, ne sappiamo ben poco e il “prender male” è sempre dietro l’angolo.
In questi casi cominciate a prestare attenzione al vostro respiro, come in una lezione di yoga.
Respirate profondamente e lentamente, inspirando dal naso ed espirando dalla bocca.
Un’alternativa? Cantate, non stiamo scherzando.
Il canto può aiutare a regolare la respirazione e a migliorare l'umore.
Cantate qualcosa di semplice che conoscete bene, come una filastrocca, oppure inventate le parole man mano.
L’importante è ricominciare a respirare regolarmente in attesa che la botta per lo meno si attenui.
Quando si va in greenout uno dei primi sintomi sono la bocca e la gola secca.
Marijuana e alcol sono una combo micidiale ma mentre CBD e alcol raramente portano effetti collaterali e se si verificano è più per le sostanze alcoliche che per il cannabidiolo in sé, THC e alcol sono devastanti.
In questi casi ovviamente si deve bere e idratarsi il più possibile.
Cosa? Acqua, succhi di frutta, bevande a base di frutta va tutto bene, l’importante è evitare il caffè, bevande gassate e, ovviamente, tutte le bevande alcoliche come anche i drink energetici.
Uno dei modi più efficaci per combattere il greening out è dormire.
Trova un luogo tranquillo e lontano da troppi stimoli e dormi fino a quando non ti passa.
Se si è troppo ansiosi per abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, provare a sdraiarvi e ad ascoltare della musica rilassante.
Non si riesce ancora a dormire?
Muovere il corpo può aiutare ad aumentare il flusso sanguigno, a ridurre lo stress e a riordintare i pensieri.
In ogni caso, cerca di stenderti quanto prima.
Sono diversi gli studi che lo confermano, in caso di greenout una doccia aiuta, soprattutto per raffreddare il corpo e a rilassarsi.
Auto massaggiarsi o farsi massaggiare le gambe aiuta a stimola la circolazione del sangue e a rilassarsi, alleviando ansia e stress.
I massaggi aiutano anche a ricalibrare la mente sul corpo e a riacquistare pertanto il focus necessario per riportarti a terra.
In ogni caso parlate, soprattutto se siete in buona compagnia.
Un amico può aiutarvi quando ansia, paranoia, allucinazioni bussano alla porta offrendo un punto di vista differente. Parla, non restare isolato nel mondo del greenout, non fa bene.
Il CBD puro può aiutare a limitare gli effetti negativi del THC.
Se non assumete abitualmente THC, considerate la possibilità di avere a portata di mano un po' di CBD puro per ogni evenienza.
Lo sappiamo, è tutto fuorché un’esperienza piacevole. Nausea, a volte vomito, ansia, paranoia sono tutti di passaggio e svaniranno quando l’effetto del THC sparisce.
Il greening out non è pericoloso o permanente.
Se hai consumato troppa cannabis troppo in fretta, serve solo un po' di tempo e lentamente ricomincerai a sentirti come al solito.
Se proprio vuoi/devi consumare cannabis, magari per motivi terapeutici, assumine poco per volta dandoti il tempo necessario per capire come il tuo fisico reagisce al THC.
Il Delta-9-tetraidrocannabino, almeno sulla carta, non da assuefazione ma è comunque una sostanza psicotropa a cui il tuo corpo si dive abituare.
Quelli esposti sono solo consigli e come tali vanno visti.
Non siamo medici, non siamo operatori sanitari qualificati e non vogliamo sostituirci a nessuno di queste figure professionali altamente specializzate e qualificate, anche perché non conosciamo la tua situazione nello specifico.
In caso di dubbi, comunque, rivolgiti sempre a professionisti.