Dopo la legge 242 del 2016, la cannabis light è stata legalizzata, e anche se la normativa presenta ancora diversi vuoti che come produttori di cannabis legale ci auguriamo vengano presto riempiti, resta ancora un dubbio per molti acquirenti: fumare erba light è legale o illegale in Italia?
Come sappiamo, l’erba depotenziata è una specie di cannabis frutto delle ricerche e delle selezioni dell’uomo, che ha come caratteristica principale un alto tasso di CBD contro un basso tasso di THC.
La cannabis light, così come la cannabis illegale, può essere consumata in diversi modi ma, sostanzialmente, chi ne fa uso preferisce fumarla, vaporizzarla, ingerirla tramite alimenti o sfruttare le sue innumerevoli proprietà con prodotti ed estratti come oli, creme ecc.
Che si tratti di marijuana o hashish, tutti noi abbiamo sentito parlare di erba almeno una volta nella vita e parecchi avranno visto qualcuno che si fumava una canna o uno spinello.
A molti non sarà sfuggito che, quando la cannabis viene bruciata, solitamente insieme al tabacco, sprigiona nell’aria un profumo inconfondibile, più o meno accentuato in base al tipo di cannabis che si sta utilizzando.
La cannabis light, pur avendo percentuali di tetraidrocannabinolo differenti, sostanzialmente resta sempre canapa.
Per questa ragione, fumare erba light o fumare erba illegale rilascia dell’ambiente circostante lo stesso odore e sarebbe preferibile non utilizzare l’erba light in un luogo pubblico, almeno che non si voglia correre il rischio di essere subito additati.
Una canna o uno spinello di erba light, inoltre, sono pressoché identici come aspetto a una canna di erba illegale.
Dal 2006, dopo la legge Fini-Giovanardi (46/06), non esiste più la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, anche perché come abbiamo già visto, negli ultimi vent’anni le percentuali di THC presenti nella cannabis spacciata sono doppie se non triple, quindi la canna che magari si fumava nella compagnia dei tuoi genitori è molto diversa rispetto a ciò che oggi circola.
Dopo il 2006 in Parlamento è stata affrontata più volte la questione legata alla legalizzazione della cannabis, soprattutto perché si è compreso che il proibizionismo imposto non stava sortendo gli effetti desiderati.
Negli anni sono stati proposti vari refendum, che però si sono spesso arenati rimanendo di fatti solo sulla carta anche a causa di cavilli.
In particolare il M5S si è spesso speso per queste battaglie in parlamento.
Fabiana Dadone, ministro delle Politiche giovanili in quota a questo partito, ad esempio, solo nell’ultima legislatura, ha affermato che "bisogna ragionare di droghe spogliandoci delle ideologie".
Queste argomentazioni, pur trovando sponda in altre correnti politiche, hanno però sempre portato a un nulla di fatto anche se qualcosa si sta muovendo.
C’è, ad esempio, una sentenza (30475) della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30475, depositata il 10 luglio 2019, che afferma che
“Non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica. Attività di coltivazione che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore".
Tuttavia occorre sempre stare molto attenti perché come vedremo in seguito, è lasciato molto spazio all’interpretazione delle forze dell’ordine e, come si capisce, il cittadino ha sì facoltà di difendersi ma questo richiese energie, tempo e denaro.
Il possesso di cannabis può portare a diverse conseguenze e il paletto resta sempre e comunque il THC presente nell'erba.
Chi è trovato in possesso d'infiorescenze, nel caso in cui il THC presente nella cannabis superi il limite dello 0.5%, deve stare molto attento sia alla quantità sia a come tiene la cannabis.
Se la quantità è superiore a 5g per persona e questa viene divisa in buste, c’è una concreta possibilità di essere accusati di spaccio e, qualora si affermi che sia uso personale, questo va dimostrato.
Se, invece, la quantità si avvicina alla soglia permessa dei 5g per persona e non si conserva la cannabis divisa in confezioni, si riceverà “solo” la segnalazione in questura come consumatore ma anche questo ha diverse conseguenze.
Quando, invece, si è in presenza di erba light con un THC inferiore alla soglia dello 0.5%, si è in possesso della confezione fornita dal venditore e c’è di fatto una tracciabilità, nonostante l’intervento delle forze dell’ordine sia inevitabile, il possessore non rischia di fatto nulla, qualora le analisi tossicologiche dimostrino di fatto un prodotto non drogante.
Questo è ciò che la legge dice, almeno sulla carta ma la realtà è ben diversa.
Il primo aspetto da considerare è legato all’atto di mettersi al volante dopo avere fumato o ingerito erba.
Qualora dopo controlli risulti che il THC presente nel sangue è fuori norma c’è il rischio concreto che la patente di guida sia sospesa così come l’abilitazione a guidare qualsiasi altro mezzo.
Ma non è finita qui di certo.
Anche se non siamo alla guida di un mezzo ci sono rischi elevati in tal senso.
Qualora, difatti, si è beccati in uno stato alterato, le forze dell’ordine possono procede alla segnalazione e, in molti casi, ciò comporta l’impossibilità di prendere la patente nei 3 anni successivi.
È bene ricordare che l’esame tossicologico con livelli di THC oltre la norma comporta anche:
Tutto questo se c'è effettivo possesso d'infiorescenze per uso personale.
Anche inutile ricordarlo, in caso di spaccio si va incontro a ben altre conseguenze.
Possibile che con chi è stato beccato dopo essersi fumato una canna la legge sia così severa?
La realtà è ben diversa e segue sempre lo stesso iter.
Chi è stato beccato dovrà presentarsi alla prefettura di competenza in un determinato giorno.
Ciò che accadrà da qui in avanti dipenderà, solitamente, dalla presenza o meno di reati pregressi e/o altre segnalazioni.
In assenza di reati, infatti, solitamente si procede a un’ammonizione formale. Il tutto si risolve dunque con un ammonimento a non far più uso di sostanze stupefacenti.
In presenza di reati, invece, le conseguenze saranno solitamente molto più gravi ma attenzione perché tutto dipenderà dall’ufficiale delle forze dell’ordine che sceglierà la strada da intraprendere.
Anche con una fedina immacolata, quindi, prestare sempre la massima attenzione.
Inutile ripetere che lo spaccio è penale mentre l’uso personale si configura come un illecito amministrativo.
Fumare erba light è legale in Italia ma, in una società come la nostra, è meglio attenersi a determinate regole morali e sociali.
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Non sta a noi dirlo ma fatti furbo! Massima prudenza, in attesa che qualcosa cambi.
[…] La cannabis light, ossia infiorescenze di cannabis che come vuole la legge hanno un basso/bassissimo livello di THC ed un alto livello di CBD, è legale in Italia. […]
[…] L’erba light in Italia è perfettamente legale, è legale venderla com’è legale acquistarla. […]