Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo legato al Neurosviluppo.
Sostanzialmente riguarda da vicino tutte le persone che hanno difficoltà a focalizzarsi, ovvero prestare attenzione e mantenere la concentrazione, che sperimentano comportamenti impulsivi e che manifestano irrequietezza fisica.
La ADHD è sempre esistita ma solo negli ultimi decenni se ne parla in maniera più specifica, tuttavia pochi non sanno che esista.
Nel mondo l’incidenza dell’ADHD è pari al 5,3% della popolazione, mentre in Italia la prevalenza è intorno al 3-4% (270.000-360.000 bambini in totale).
L’ADHD, però, non è un disturbo solamente pediatrico, poiché da esso non si guarisce mai totalmente; infatti chi ne è affetto da bambino si porterà dietro la malattia anche in età adulta.
In Italia, ad esempio, la prevalenza di malattia in questa fascia di età si aggira attorno al 2%, vale a dire che si estende a poco più di un milione di persone!
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Oggi sappiamo che l'origine del disturbo della ADHD dipende dall'interazione di vari fattori ambientali, sociali, comportamentali, biochimici e genetici, con alcuni geni, in quest'ultimo caso, che regolano il livello dei neurotrasmettitori di tipo dopaminergico e noradrenergico che presentano valori alterati.
L’ADHD è una vera e propria malattia e per la sua cura si utilizzano farmaci che aiutano a correggere i livelli di un neurotrasmettitore cerebrale chiamato dopamina.
I farmaci, però, come si può facilmente immaginare, possono avere effetti collaterali spiacevoli e, per evitare questi effetti negativi, alcune persone affette da ADHD utilizzano la marijuana come opzione terapeutica.
Inutile negare che, fino a questo momento, rimangono molte domande senza risposta sull'utilità e sulla sicurezza dell’utilizzo della marijuana per la cura dell’ADHD, soprattutto per i bambini e i giovani.
Sono stati condotti ancora pochi studi in merito, anche per via del peso della lobby farmaceutica nell’economia mondiale, tuttavia in un report del 2016, su 268 discussioni online distinte, è stato riportato che il 25% delle persone ha dichiarato di ritenere che la marijuana abbia un ruolo positivo nella gestione dei sintomi dell'ADHD.
Le opinioni restano comunque discordanti.
Se da un lato, i sostenitori della marijuana affermano spesso che si tratta di una droga sicura e che non presenta rischi di dipendenza, alcuni oppositori la definiscono tendenzialmente una "droga di passaggio", che potrebbe portare all'uso di altre droghe, e sostengono che sia più pericolosa di quanto si pensi.
Se, però, tante persone fumano o mangiano la pianta di cannabis per ottenere uno "sballo", sappiamo anche che la cannabis light porta tutti i benefici del CBD con effetti psicotropi pressoché nulli.
È anche innegabile che sempre più persone utilizzano la marijuana terapeutica per il trattamento di una serie di condizioni di salute, tra cui il dolore e i problemi di salute mentale.
Alcune scuole di pensiero suggeriscono che l'ADHD potrebbe derivare da una carenza di dopamina nella regione della corteccia prefrontale del cervello.
La dopamina è sostanzialmente un neurotrasmettitore, ovvero una sostanza chimica che trasmette segnali tra le cellule nervose del cervello e, è bene ricordarlo, questa sostanza può influenzare i processi di pensiero come memoria e attenzione.
Le sostanze contenute nelle droghe ricreative, come la marijuana, possono indurre una maggiore produzione di dopamina, donando a chi ne faccia uso, sensazione piacevoli.
Uno studio del 2017 viene analizzata l'azione di rilascio di dopamina del tetraidrocannabinolo (THC), un componente chimico attivo della marijuana, che è proprio la fonte della sensazione di piacere che la cannabis è in grado di trasmettere.
Bene, lo stesso studio afferma che sì è vero che il THC aumenta i livelli di dopamina a breve termine, ma può bloccare il sistema che rilascia la dopamina a lungo termine.
In parole povere, è vero che la marijuana fornisce un sollievo dai sintomi a breve termine dalla ADHD, favorendo una migliore concentrazione o un effetto calmante/sedante, ma l'uso prolungato può risultare più dannoso che positivo.
Sempre nel 2017 un trial ha testato un farmaco a base di cannabinoide su persone con ADHD.
Sebbene il numero di partecipanti fosse esiguo e i risultati non fossero statisticamente significativi, il campione ha mostrato piccoli miglioramenti nei sintomi dell'ADHD e, il test ha anche suggerito che gli adulti che assumono cannabinoidi per l'ADHD sperimentano gli effetti collaterali meno dei bambini.
Un'ulteriore revisione delle prove cliniche disponibili sulla marijuana ha citato un caso che, pur non riguardando direttamente l'ADHD, ha mostrato che un bambino con disturbo dello spettro autistico ha migliorato i livelli di iperattività dopo aver ricevuto un trattamento con cannabidiolo (CBD).
Il CBD è un composto naturale presente nella pianta di cannabis.
A differenza del THC, il CBD non produce un effetto psicoattivo.
La cannabis light, ossia infiorescenze di cannabis che come vuole la legge hanno un basso/bassissimo livello di THC ed un alto livello di CBD, è legale in Italia.
I ricercatori studiando il CBD, hanno scoperto che può aiutare a risolvere problemi di salute mentale e fisica come depressione, ansia e gestione del dolore.
Esistono anche alcuni studi su CBD e ADHD, tuttavia molto ancora deve essere fatto.
In un report del National Library of Medicine's, per esempio, si evince come, nelle giuste dosi, il CBD può svolgere un’azione calmante poiché interagisce con l'organismo in modo simile a farmaci come il Valium o l'alcol, ma senza creare dipendenza.
I ricercatori non sono ancora in grado d'individuare con precisione il funzionamento del CBD nell'organismo, ma possono spiegare come agisce sul sistema endocannabinoide del corpo (una rete di enzimi, lipidi e recettori).
C’è ancora troppo da sapere è una risposta certa ancora non c’è del tutto.
ADHD è qualcosa di cui si parla da troppo poco.
La cannabis light e il CBD in particolare possono trovare impiego in vari aspetti inerenti diversi disturbi e, come sappiamo, il cannabidiolo influisce positivamente su molti aspetti della ADHD.
Il consiglio è sempre lo stesso: parlane con il tuo medico.
Spesso sottovalutiamo troppi dei sintomi.
L’ ADHD può essere invalidante e va curata.
La cannabis light può essere certamente d’aiuto ma evita il “fai da te”, è della tua salute che stiamo parlando.